Cenni di storia
Esistono mappe di koh Samui (koh significa isola) risalenti agli inizi del XVII secolo, ma la storia di quest'isola, purtroppo, non è stata ben documentata, poiché la maggior parte delle conoscenze locali è stata tramandata attraverso le generazioni solo verbalmente.
Antiche memorie storiche inerenti Samui, mostrano come i primi abitanti siano restati incantati dalla bellezza dell'isola, dalle sue spiagge di sabbia bianca e dall'enorme quantità di risorse naturali.
L'etimologia del nome Samui è tuttora avvolta nel mistero: potrebbe trattarsi di un’estensione del nome di uno degli alberi locali, il mui oppure di una alterazione della vocabolo cinese Saboey, che letteralmente tradotto significa rifugio sicuro.
Ci sono prove che suggeriscono che Samui potrebbe essere stata scoperta ed abitata da entro e non oltre 1500 anni addietro, molto probabilmente da gruppi di pescatori provenienti dalle terre degli imperi vicini, ma la sua esistenza fu segnalata, per la prima volta, dai cinesi, in un'antica mappa della dinastia Ming datata attorno all'anno 1687 sotto il nome Pulo Cornam, ed i reperti ceramici trovati nei relitti affondati vicino alla costa di Samui provano che questi commerciavano con l'isola già da allora.
Durante il secondo conflitto mondiale, Samui fu occupata dalle forze di conquista nipponiche. Utilizzata come porto di transito e di stoccaggio delle merci, nel corso dei secoli Samui ha vissuto un'esistenza di autosufficienza e di distacco dalla vita continentale. Fino al 1940 l'isola non aveva né strade né, ovviamente, veicoli circolanti.
Andare, ad esempio, da Maenam a Lamai, ad esempio, era una scarpinata attraverso montagne e giungla di svariate ore, un viaggio che necessitava di oltre un giorno tra andata e ritorno. L'unico modo per raggiungere l'isola era via mare tramite una navigazione di svariate ore da Surat Thani a Nathon e da li, spesso, bisognava aggiungerne altre per raggiungere la destinazione finale, motivo per cui il turismo era assolutamente sconosciuto: troppo scomodo, nessun servizio. Per molti anni l'isola sopravvisse esclusivamente con la produzione di noci di cocco e con la pesca e fu grazie a questo commercio che potette contare sui prodotti necessari al suo fabbisogno interno.
Per un paio di anni dall'inizio della lastricatura delle prime strade, fu dunque abbastanza consueto vedere gli operai spingere le betoniere del calcestruzzo per aiutarle a superare i forti pendii.
I macchinari edili furono trasportati via mare dalla terraferma ed a causa della mancanza di un porto od anche solo di un molo di attracco adeguati, sbarcate a terra sulle spiagge durante le basse maree.
Ci furono anche notevoli ritardi a causa dei prolungati periodi monsonici, che resero praticamente impossibile l'avanzamento dei lavori. Nel 1973, finalmente, il governo centrale stanziò i fondi necessari alla conclusione del progetto per terminare i 52 chilometri di strada che effettuano il periplo dell'isola. Solo, qualche anno fa a causa dell'aumento esponenziale del traffico veicolare, la strada in questione fu ampliata in larghezza alle attuali dimensioni.
Attualmente Samui è tra le più importanti destinazioni turistiche thailandesi.
L'unica che potrebbe farle concorrenza è Phuket sulla costa occidentale, ma avendo stagioni climatiche e turistiche diverse, non esiste una vera rivalità tra le due.
Samui conta circa 50.000 abitanti tuttora convinti di essere diversi dal resto della Thailandia e fieri della loro cultura isolana che vive su un settore turistico di successo, così come le esportazioni di cocco e di gomma.
Dispone anche di un proprio aeroporto, con voli giornalieri da e per Bangkok ed altri centri del sud-est asiatico.
Curiosità:
i primi stranieri ad arrivare a Samui nel 1972 furono i volontari del Corpo di Pace con una barca commerciale adibita al trasporto delle noci di cocco.